Introduzione: Stefano Bollani
Batteria jazz computerizzata: MC Costa
Contrabbasso: Faso
Tromba e arrangiamento fiati: Demo Morselli
Trombone: Ambrogio Frigerio
Sezione di alto sax: Daniele Comoglio
Ve la ricordavate questa? Eh va beh, erano altri tempi, ma ora voglio farvi sentire un'altra canzone, una canzone che ho scritto proprio l'altro giorno, per voi...
La bella canzone di una volta
faceva sorridere la gente,
che la trovava divertente
e la cantava a voce alta.
La bella canzone di una volta
faceva commuovere la gente,
che la ascoltava attentamente
e la imparava in una volta.
La canta il commissario al lestofante,
la fischia il portinaio spazzolante
mentre la balia col poppante
la trova molto interessante.
L'accenna il giovanotto dal barbiere
e dopo un po' la sa tutto il quartiere
che pullula di mille capinere
e a mezzanotte c'è l'oscurità.
Capinere, capinere, ognuno le vuole amar.
Sono bianche, sono nere, sono nella mia città.
Che bella la canzone di una volta
che si ascoltava andando a capinere;
noi della ronda del piacere
ne abbiamo fatte delle belle.
Ricordo per esempio di un mio amico
che non voleva andare a capinere:
l'abbiam portato con la forza
ed ha goduto nell'oscurità
(e ci ringrazia ancora adesso).
Capinere, capinere, ognuno le vuole amar.
Sono bianche, sono nere, sono nella mia città.
Mi manca la canzone d'altri tempi,
ingenua e piena di malizie,
che cementava le amicizie
e poi si andava tutti a capinere.
Invece la canzone d'oggigiorno
la fanno utilizzando i macchinari,
non te la levi più di torno
con la sua cassa rotterdam.