Faso

Faso

È mezzanotte di un imprecisato giorno del 1964 e quelli che saranno poi due genitori fanno del petting spinto legalizzato dal matrimonio: alle 12.45 di mercoledì 7 aprile 1965 nasce Faso, al secolo Nicola Fasani, vagendo, tutto ricoperto da una specie di gelatina. Ma per un banale errore all’anagrafe risulta nato l’8 aprile. Doppia festa? Doppi regali? No, soltanto doppi auguri. Alle scuole medie frequenta il compagno di classe Pope, che studia chitarra ed instilla nel giovane Faso il germe della musica, che sembra ancor più interessante visto che le ragazze subiscono il fascino del chitarrista, anche se in realtà subiscono il fascino del maschio, perché Pope è il più figo della classe. Mamma Ada, che non gli fa mancare nulla perché è figlio unico e quindi viziato, gli regala il primo strumento: una chitarra classica; e lo manda a lezione da Vico, un giovanotto che abita nella casa di fronte e che suona la chitarra… e il basso! In seconda media nasce il primo gruppo, o meglio il primo “complesso”: repertorio circa tre pezzi, nessuna esibizione live. Lo stesso anno Faso rinviene un basso “Crucianelli” (una marca universalmente sconosciuta) abbandonato in una soffitta, e dopo aver tentato di rifilarlo al suo amico Pope incomincia a suonarlo lui stesso. E gli piace molto. Successivamente papà Franco, ristoratore, cede un settore della cantina del suo restaurant ad uso saletta prove, mentre mamma Ada sopporta a casa ore ed ore di scale e note sbagliate, un po’ meno sbagliate, ecco, quasi giuste, bene, bello ’sto pezzo, “Vieni a tavola!”, “arrivo mamma aspetta, sto imparando un giro di basso, arrivo”. In questi anni di ribellione, di autoerotismo, di piena esplosione ormonale, appaiono sul volto del giovane Faso i punti neri e i classici baffetti orrendi da adolescente che attualmente ripropone sul volto maturo di un quarantacinquenne (i baffi, non i punti neri). Compie 16 anni, e come tutti i sedicenni tormenta papy finché non gli compra quello che ancora oggi è il suo fedelissimo mezzo meccanico: una Vespa P125X, allora di colore bianco, che gli viene ammaccata dall’aiuto cuoco “Mimmo”, di origine egiziana, un’ora dopo averla ritirata nuova fiammante dal concessionario. Un trauma non ancora superato. Per la cronaca, ultimamente Faso ha dovuto comprare una Vespa dell’ultima generazione perché la limitazione alla circolazione dei motoveicoli non catalizzati, che ha risolto una volta per tutte il problema dello smog a Milano, gli impedisce di usare il vecchio vespone. Dove eravamo arrivati? Ah già, al Liceo: frequenta il Liceo Scientifico Cremona, e nel tempo libero suona come un matto cercando di imparare le linee di basso di Jaco Pastorius, il leggendario bassista dei Weather Report. Dopo aver sostenuto l’esame di maturità tutto ingessato a causa di un incidente, si iscrive alla facoltà di Filosofia di Milano, un po’ per fare contenti i suoi “perchè la musica è un hobby e la cosa più importante è lo studio”, un po’ per rinviare il servizio militare. Nel frattempo frequenta l’amico Confo (Rocco Tanica) che gli propone di entrare a far parte di un gruppetto simpatico che poi farà un successone e conosce il batterista extracomunitario Christian Meyer, con cui suona per ore ed ore estenuanti duetti basso-batteria nella cantinetta del ristorante. Anche gli Elio e le Storie Tese provano nella cantinetta del ristorante, mangiano e bevono a sbafo, invitano amici e amiche, e Faso comprende il vero motivo del suo coinvolgimento nel gruppo. Il 1989 è un anno fondamentale: esce il primo LP/CD/MC di Elio e le Storie Tese, “Elio Samaga Hukapan Kariyana Turu”, Faso fonda l’Ares Milano Baseball e ottiene l’esonero dal servizio militare. Nel ventennio 1990-2010 Faso ne combina di tutti i colori: oltre alla attività discografica-radiofonica-televisiva-tutto, insomma, “artistica” con gli Elio&leStorie Tese, suona in svariate band di jazz-elettrico, di cui la Biba Band e il trio Bobo sono le punte di diamante, partecipa a dischi di artisti italiani famosi e meno famosi , gioca a baseball, co-conduce le trasmissioni televisive “Absolutely ‘80”, “Absolutely ‘90” e “Absolutely Star” su Mtv , commenta le partite di Major League Baseball su Sky Sport, ma soprattutto nel 2002, grazie a nove mesi di fatica biologica della sua compagna, diventa papà e mette la testa a posto. Perché, non era a posto? Si, ma di solito si dice così.

Collaborazioni

  • Carlo Fava – “Ritmo vivente muscolare della vita”; album, 1993 Psycho Records
  • Mike Francis – “Francesco innamorato”; album, 1994 BMG. Con C.Meyer
  • Mara – “Mara”; mini LP, 1995 Psycho Records
  • Graziano Romani – “Graziano Romani”; album, 1993 WEA
  • Rossana Casale – “Alba Argentina”; album, 1993 CGD
  • Daniele Silvestri – “Daniele Silvestri”; album, 1994 Dischi Ricordi
  • Daniele Silvestri – “Prima di essere un uomo”; album, 1995 Dischi Ricordi (in entrambi c’è anche Cesareo)
  • Gianfranco Manfredi – “In paradiso fa troppo caldo”; album, 1993 Sony Music Con C.Meyer
  • Bread – “Chi colora il cielo”, 1995 BRC 001 (Pop)
  • Taglia 42 – “Taglia 42″; album, 1998, Universal Music
  • Giorgio Conte+Elio – “Modulazione di Frequenza”; cd singolo, 1993 Dischi Ricordi.
  • Intense – “The party must go on”; cd singolo, 1995 Psycho Records
  • Vincitore del premio “Ustica d’oro” 1998, con Elio
  • Daniele Silvestri – “Unò-Duè”; Faso suona in Saliro’, Sempre di Domenica e Manifesto); Panama Music/Epic-Sony Music, 2002
  • Mina – “Veleno”; Faso suona in ‘Che fatica’, brano scritto da Renato Zero e Maurizio Fabrizio. Alla chitarra Alex Britti. (2002)