Una recensione matematica
"Tutta la nostra attività artistica è stata all'insegna del sette". "Il gruppo si sarebbe dovuto chiamare Elio e le Storie Sette". "Il sette è la nuova moda". "Sono convinto che la nostra fonte di ispirazione sarà il numero sette".
Queste le dichiarazioni di Elio, rilasciate alla vigilia del concerto romano all'Auditorium nell'ambito del "Festival della Matematica". Affermazioni pubblicate da un noto quotidiano e clamorosamente smentite dallo stesso artista che, forse ispirandosi al santo del cupolone, durante l'esibizione ha più volte rinnegato il suo feeling con il sette, manifestando piuttosto la passione per altri numeri.
Una serata all'insegna della notevole qualità artistica, dunque, ma anche della vis polemica. Tensione palpabile che ha condotto Elio, tra un brano e l'altro, a scontrarsi ripetutamente con un gruppo di facinorosi (leggasi pubblico rock) che cercava di sottolineare il cantato con applausi ritmati. "È musica classica - la reazione stizzita del cantante parruccato - non è questo il modo di comportarsi". Ma non è serio, né professionalmente accettabile, che un imparziale e incorruttibile recensore si soffermi su aspetti così marginali di una serata di pregevole musica; orsù, che si parli di note. Note scivolate via dalle delicate dita di Katia Caradonna (o Grazia, secondo la conduttrice Serena Dandini...), che hanno fatto sapientemente vibrare i tasti e le corde del pianoforte accompagnando la calda voce di Elio, opportunamente corroborata da un nobile vino rosso.
Note dissonanti e difficili da interpretare, com'è giusto che sia in ambito dodecafonico. Note che hanno rapito il raffinato e colto pubblico dell'Auditorium. "In alcuni punti ho sbagliato appositamente - ha confessato Elio, ghignando, rivolto alla platea - sia perché è chic, sia per vedere quanti di voi se ne sono accorti". Silenzio imbarazzato in sala e dubbi sulla supposta competenza del suddetto pubblico.
Il cantante delle Storie Tese va avanti, interpretando con eleganza complesse partiture di Schoenberg, Rossini, Ravel, Mozart, nonché due sue composizioni, "Zanzara" e "Criceto", musicate da Luca Lombardi. Ogni brano legato indissolubilmente a un numero, dall'uno fino al dieci del bis conclusivo, una crepuscolare versione di "44 gatti".
La tensione dell'inizio si scioglie negli applausi a scena aperta che accompagnano il commiato di Elio e Katia Caradonna. La sala si svuota, nei camerini l'artista è omaggiato dagli amici: il Maestro della regia Mario Monicelli, i geniali attori Giorgio Bracardi e Mario Marenco, la brava illustratrice Chiara Rapaccini. Regna finalmente l'armonia, tutto sembra sereno, quand'ecco che una minuta fanciulla si avvicina. "Non sono d'accordo sul posizionamento in scaletta de 'La chanson du bebè' - protesta, fascinosa quanto determinata - perché la parola BEBÈ, trasposta in una dimensione artistica e immaginata allo specchio, dà i numeri 3838. Sommando i quattro numeri si ottiene 22 e poi ancora 4. E lei, caro Elio, l'ha messa al nono posto".
Sarà il logorio della vita moderna, sarà che al Festival della Matematica è legittimo dare i numeri. Sarà...
Auditorium Parco della Musica, Sala Sinopoli, 17 marzo 2007
La scaletta del concerto:
-Arnold Schönberg: "Tot" (dai tre lieder per voce grave)
-Michel Frequin: "De animali numerante"
-Beretta-Soffici: "Pitagora"
-Tradizionale giapponese: "The departing spring"
-Wolfgang Amadeus Mozart: "Madamina, il catalogo è questo" (aria tratta dall'opera "Don Giovanni")
-Luca Lombardi: "La zanzara" (testo di Elio)
-Maurice Ravel: "Un droghiere vende tutto il suo caffè..." (dalla fantasia lirica "L'enfant et les sortilèges")
-Luca Lombardi: "Il criceto" (testo di Elio)
-Gioachino Rossini: "La chanson du bebè".
Bis:
-Giuseppe Casarini: "44 gatti"
Recensione (e recupero scaletta) di Duccio Pasqua