1° amico: Mangoni
Che non c'era, 1° Narratore, Cateto vivente: Andrea Musa
Uno svizzero: Planibel coadiuvato da Christian Meyer
L'italiano: Stefano Nosei
Caifa: Feiez
Amici di Caifa: Banana, Massimo Riva, Luca Belisari, Cozette Rochè
2° Narratore: Mangoni
Il dio pugliese della barzelletta: Diego Abatantuono
Testo del brano:
Una popolare barzelletta narra le gesta di un francese, un inglese e un italiano che si sfidano a trascorrere una notte nel castello infestato dal Fantasma Formaggino; colui che resisterà più a lungo sarà il vincitore. Come è noto, i primi due fuggono terrorizzati alla vista dello spettro che appare pronunciando la proverbiale sentenza Sono il Fantasma Formaggino. Litaliano invece lo beffa, rispondendogli E io ti spalmo sul panino. Fin qui la trama originale. Pochi però conoscono lepilogo della vicenda, peraltro inventato da noi, nel quale a causa di una falla spazio-temporale Elio incontra i due sfortunati stranieri con i quali stabilisce una singolare alleanza: al fine di punire il vanaglorioso italiano i tre organizzano una beffa ai suoi danni, ma gli effetti delliniziativa si rivelano, ahhimè, incontrollabili.
Ciunga ciun ciunga ciunga ciun ciunga ciun
lalalalalalalalala ciun ciunga ciun ciunga.
Stavo andando a cento all'ora
per trovar la bimba mia che non c'era,
ma il motore si è bruciato
nel bel mezzo della via.
Hai messo l'antigelo col freddo che fa?
L'hai messo quello là? Sì.
Hai visto se il livello è fra min e max? Sì.
Ma il mio vano motore
è troppo vano e poco motore;
lo illuminerò - sei forte Papalli -
con una candela di cera - va bene -
che non c'era -
Decidetti perciò
di inoltrarmi in mezzo al bosco,
ma non c'era un sentiero già battuto
e la nebbia già saliva.
A un tratto vidi due corpi stesi
che mi sembravano inanimati,
ma che morti non eran.
- erano l'inglese e il francese delle barzellette -
Fu allora che scivolai su qualcosa
che mi sembrava un pezzo di merda
ma che merda non era.
- era una fetta di pane sulla quale
era stato spalmato un formaggino -
Sdraiato sopra il prato
mi domandai dove fossi capitato,
e allora mi risposi così:
sono capitato sopra un prato
dove mi son domandato:
"Dove sono capitato"?
Ecco la risposta al mio quesito:
sono capitato sopra un prato
dove sono scivolato.
Aiuto. Mi sono bloccato.
Sono in un circolo vizioso.
Sono socio.
So ciò!
Ero nel mondo delle barzellette
e stavo assistendo al finale della barzelletta
del Fantasma Formaggino, dove
l'italiano vince mentre l'inglese
e il francese perdòno.
Al risveglio di costoro
chiesi dove fosse l'italiano che non c'era;
mi risposero quando avrò voglia
io mi risposerò però adesso no,
mi tengo la moglie che ho,
la moglie che ho.
- Fine della prima parte,
inizio della seconda parte -
In effetti l'italiano
era andato dentro un'altra barzelletta,
quella dove un orologio
vien gettato da una torre
e si fa a gara a chi lo prende
prima ch'esso tocchi terra
spaccandosi.
E allora l'italiano
te lo porta un'ora indietro,
poi raggiunge il marciapiede
sottostante in largo anticipo,
raccoglie al volo l'orologio
ed in sostanza vince, vince,
sì, l'italiano vince,
e con lui vince l'Italia intera.
E se uno svizzero ti dice:
"Italiano pizza, spaghetti, mandolino, mamma,
mamma lo sai chi c'è?
È arrivato il Merendero!"
tu non arrossire e non abbassare il capo,
ma digli:
Primo, tu non prendi parte neanche a una barzelletta.
Due,
treno dell'amore portami con te,
qua trovi la gioia, cinque inate il fiume,
sei.
Questo era un esempio dell'arguzia
che ci permette di spopolare nelle barzellette.
Non è soltanto l'amor che regna
nella nostra splendida terrà,
ma torniamo nel bosco.
I due uomini nel bosco
nel frattempo avevan deciso
che era giunta
l'ora della riscossa nei
confronti dell'italiano.
Mi fecero così travestiré
da Fantasmà Formagginò
per trarre in inganno l'italiano.
- 'a pizz' -
Quest'ultimo credette
di trovarsi a tu per tu
con il fantasma del Fantasma Formaggino.
A quel punto pronunciai
le fatidiche parole:
"Sono il Fantasma Formaggino io!".
"Impossibile" - disse lui - "ti ho appena spalmato"
"Evidentemente no - dissi io - se no non sarei qui!"
"Ma io ti spalmerò ancora,
e già pregustò il tuo sapore sul pànino".
"No no, non ci riuscirai!" "Perché?"
"Perché del coltello buon uso non fai!
Per mano di inglese stavolta cadrai,
per man di francese scherzato verrai.
Permani pure della tua opinione,
ma su quel panino non mi spalmerai!"
Giammai, giammai, non lo spalmerai.
Su questo panino non lo spalmerai.
Giammai, giammai, non lo spalmerai.
Su questo panino non mi spalme,
mi spalme, miss Palme.
I' te vurria vasà
I' te vurria,
una terra promessa,
un mondo diverso
dove crescere i nostri...
E l'italiano cantava, cantava,
e alla fine le disperate invocazioni
giunsero alle orecchie del suo divino protettore,
il Dio della Barzelletta, che disse:
"Tu, tu hai osato modificare
il finale della barzelletta di Fantasma Formaggino,
ed io che di mestiere faccio il Dio
non posso assolutamente soprassedere
a questo vizio di forma".
"Gino Bramieri è molto più indulgente.
Ti prego, sii accondiscendente,
concedimi l'amnistia!"
"L'amnistia? Uuuuh! Eh, no!
Tu morirai della stessa morte che toccò al tuo predecessore,
cioé il Formaggino, diciamo,
e fra le risate a profusione
verrai spalmato su quel panone
con un coltellino.
Té, beccati questa. Prrr".
E questa è la descrizione,
la descrizione
della mia morte.
PRRRRRRRRRRRRRRRR