Videomusic e Fanzolo di Vedelago (ovviamente la data del ricordo è approssimativa)

Gabriele Cavatorta

Ero un 17enne pieno di brufoli e di insicurezze. Non come adesso: adesso sono un 44enne. Già da un annetto avevo sentito la cassettina del primo lp del Complessino, noi giovani ragazzuoli di provincia l'avevamo divorata ritrovando nelle loro canzoni i nostri stati d'animo, il nostro sentire più profondo, ma soprattutto le parolacce. Crescendo avrei capito che c'era già molto di più delle parolacce, ma che belle le parolacce. Il live di quel tour trasmesso da Videomusic (grazie ora e sempre per questa e tante altre cose, Videomusic) mise Fanzolo di Vedelago sulla mappa, per la mia generazione. Fanzolo di Vedelago come Bethel, come Woodstock, come Canterbury. Oggi so che c'è anche un rapporto profondo con la raccolta differenziata, a Fanzolo, ma allora sapevo solo di quel live. Un live con tutti i crismi della leggenda, con gli special guest (Ruggeri, un link con i gusti musicali dei nostri genitori, uno che poi ho imparato ad apprezzare superando la diffidenza giovanile; Skardy, cosa dire di Skardy? Love Skardy), con un pene gonfiabile sul palco, con una finta rissa in apertura ("dal grande odio nasce il grande amore" è una frase che ripeto tutt'oggi). Poi quel signore (che aveva tipo 30 anni, ma a quell'epoca i trentenni mi sembravano dei signori) che suonava un sacco di strumenti, sudando tanto. Che bravo! Si poteva essere bravi e, contemporaneamente, divertenti, coinvolgenti, esaltanti. E dire le parolacce. Fanzolo di Vedelago sarà un ricordo di qualcosa che non ho vissuto direttamente, ma che porto nel cuore. Bury My Heart at Fanzolo di Vedelago.

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