Che eravate, sotto sotto, un po’ cattivi lo sapevo già ma pretendere di sintetizzare in un solo ricordo ciò che voi rappresentate per me (e non solo) credo sia davvero impossibile. Il modo con cui avete caratterizzato la mia adolescenza prima ma anche la (presunta) maturità poi mi impedisce qualsiasi tipo di sintesi. I ricordi sono tanti, troppi: si parte dal lontano 1988 quando un cugino di Busto ebbe la felice idea di trascorrere qualche giorno di vacanza in Sicilia portandosi con sé per poi lasciarmela) la cassettina che tanto ho ascoltato fino a riconoscerne il minimo brusio. “Elio e le storie tese live a Borgomanero”. A parte il primo “e chi cazzo sono” di cui chiedo umilmente venia per il solo fatto di averlo pensato, è stato amore al primo ascolto. Credo, senza falsa modestia, di essere stato fra i primi a scoprivi qui nella lontana Trinacria. Tentai, con non tanto successo, di coinvolgere il mio gruppo ma comunque, essendo io proprietario della macchina con cui si andava in giro a fare scorribande, la colonna sonora (volente o nolente) era praticamente scontata. Ricordo l’emozione con cui vidi in un negozio di musica il vinile con il faccione nero con parrucca bionda… conoscevo tutte le canzone ma non potevo non acquistarlo subito. Poi la prima volta in tv (finalmente avevate un volto…) e poi, ormai completamente avvinto al vostro credo, la decisione che io dovevo essere dei vostri. L’arrivo della busta con la maglietta e, soprattutto, la tessera del Fave Club mi sconvolse: tessera n.ro 00001. Non potevo proprio crederci: io così lontano eppure era vero. Altra grande tappa, primo concerto a Catania. Vedervi e sentirvi dal vivo poi backstage sul retro del teatro, le prime foto. Tutto fantastico!!! Poi il clou della I convention allo Zelig dove mi faceste persino salire sul palco: che giornata indimenticabile!!! Ma poi fu tutto un susseguirsi di emozioni, anche tristi purtroppo: ricordo il commovente ricordo di Paolone alla fine del concerto del Palavobis di Milano (vostro ospite con l’amico Massimo). Poi San Remo, la presenza sempre più costante in televisione , la mia autostima che mi portava a dire che io ci avevo visto lungo nel prostarmi al vostro verbo. Ed intanto che la mia vita andava avanti (lavoro, cambio città, matrimonio, famiglia, figlio) voi ci siete sempre stati perché, indipendentemente dal numero, l’importante è sentirsi fava dentro (e non UNA fava dentro, attenzione…). Siete stati, siete e sarete sempre colonna sonora della mia vita ed io, per questo, non posso che dirvi…grazie