I bambini ci guardano

Marco Pappalardo

Sono un cuoco, ho un ristorante a Trieste. Di voi so tutto e ricordo tutto, ho sessant'anni. E' un pezzo che vivo grazie alla linfa. La linfa vitale. Un giorno entra nel locale ad ora di pranzo un pischello corredato di pischelletta, egli vestiva con nonchalance una bella maglietta di Faso. Io, considero la giovane età e mi congratulo per l'ottima scelta di vita, ma egli mi guarda con un serioso sussiego e a bassa voce dice, io per la verità, sono il FIGLIO, di Faso, no, per dire. E che fai qui, andiamo in campeggio in Croazia. E niente, detti loro da mangiare, cibo gustato che fu, mi salutarono e ringraziarono per lo sconto Elii applicatogli. Disse che non suona che un po' di chitarra. Mo', speriamo che il Papà sapesse della fujtìna, sennò ho fatto un casino, sgamaggio alimentare. Non sono certo della data. Per il resto non c'è niente della mia vita che non abbia un riscontro nella vostra produzione, quindi che racconto, sarebbe troppa roba. Complimenti a Mamma e Papà, un bravo figlio m'è parso. Forza Panino

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