La Treccani e le canzoni domopak

26 febbraio 2006

SHARE

Da Il Giorno, 25/02/2006

Per il linguista Massimo Antonelli, questa edizione del festival di Sanremo risulta, per la lingua, 'una delle più piatte degli ultimi anni'. Antonelli, docente di Linguistica Italiana all'Universita' degli Studi di Cassino, già autore di un saggio sull'argomento dal titolo 'Va' dove ti porta Sanremo: la tomba della lingua', lancia il suo lapidario commento dal sito dell'Enciclopedia Italiana Treccani.

Il linguista parla di ''testi domopak'': '' La prima impressione e' che quest'anno - scrive - manchi proprio l'acuto (tanto per usare una metafora squisitamente musicale), quel pezzo forte che anche le edizioni piu' deboli dell'ultimo decennio avevano sempre garantito. Dalla formidabile 'Italia si', Italia no' di Elio e le Storie tese a 'Salirò' di Daniele Silvestri, dal 'Timido ubriaco' di Max Gazze' a 'Dimmi che non vuoi morire' scritta da Vasco Rossi per Patty Pravo, tanto per limitarsi a qualche esempio. La sensazione netta e', che stavolta piu' che mai, si tratti in gran parte di testi scritti all'unico scopo di accompagnare la musica col suono delle parole. Testi-domopak prodotti al metro per confezionare melodie che devono scivolare via facili''.

Per il linguista, ''letti tutti di seguito, i testi di questo Sanremo danno l'idea di un'unica fiction melodrammatica ('Orgoglio', mettiamo) proporzionata per un consumo piu' agevole in tante brevi puntate-spot (tipo 'Camera cafè'). Solo che qui c'e' poco da ridere: quest'anno, anzi, sembra mancare anche quel filone minoritario della canzone comico-burlesca basata sul gioco di parole e sulla critica di costume di solito presente con almeno un brano (Arbore, Salvi, Paolo Rossi & Jannacci)''.

Secondo Antonelli dunque ''per le 29 canzoni si snodano in un monotono monologo. O meglio in un dialogo a senso unico con un convitato di pietra, visto che quasi tutte si rivolgono a un tu poetico facilmente identificabile con l'amata/o (piu' spesso l ex, a dire il vero). Resta il fatto che questo Sanremo almeno quanto ai testi fornisce un'immagine fuorviante dell'attuale panorama della canzone italiana, in cui ormai da una decina d'anni si nota la tensione verso una scrittura piu' complessa, molto attenta alla qualita' del testo e alla sua fattura linguistica, anche al di fuori della classica canzone d'autore (penso a Carmen Consoli e al rock di Subsonica e Bluvertigo, ma anche al pop di Tricarico o al rap di Caparezza)'.

^