Esclusivo: intervista ufficiale a Supergiovane

09 febbraio 2011

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Supergiovane in relax

Caro SG, non invecchi proprio mai! Cosa ti tiene tanto in forma? Come sconfiggi il passare del tempo?
Mah, sai, il trascorrere del tempo è un dato relativo. Certo è che per un matusa il tempo trascorre più in fretta che per un giovane, fosse anche solo per quanto ne impiega per impedire ai giovani di essere tali. Tu calcola solo quanto tempo spende un matusa per dire ad un giovane “tagliati i capelli!”, o “alza il coperchio del gabinetto quando fai pipì o pupù”, o “non indossare sempre quegli ineleganti blue-jeans simbolo di sovversione”, o cose del genere; sommate fra loro nel corso di una vita, frasi del genere fanno mesi se non addirittura anni; un tempo che utilizzato così vanamente invecchia la pelle, sfiorisce i glutei, mortifica il contorno occhi. Un giovane, al contrario, per rispondere “vaffancuore” a un matusa ci mette un istante, e tutto quello che gli resta è tempo guadagnato per dedicarsi ad attività giovani: mandare messaggini con scritto “ke” al posto di “che”, scrivere “Iron Maiden” sullo zainetto, limonare, cose così. Ecco, in sostanza, il segreto della mia età verde che sembra non avere fine: compiere attività giovani in barba ai matusa che vorrebbero impedirmelo.

Cosa ne pensi di Peter Pan? Le vostre “divise” non sono poi tanto diverse…
Mah, sai, Peter è un amico e abbiamo ambizioni analoghe – la gioventù e l’anti-matusismo – e gusti simili. In fondo siamo due creativi che hanno fatto della tutina aderente per l’uomo una sorta di must. Non è stato sempre tutto rose e fiori, intendiamoci: ci hanno dato dei visionari, dei circensi, addirittura degli invertiti; ma noi dritti per la nostra strada, e i risultati alla lunga ci hanno dato ragione. Peter e io ci incontriamo spesso, certo non assiduamente come prima, ma lui non disdegna di tanto in tanto un atterraggio sulla Mangoni Tower per sorseggiare una spuma con me, e io ho la buona abitudine di fare un salto a Londra in motorino, impennando, almeno un paio di volte l’anno per il tradizionale rito del tè con la spuma, una bibita britannica che va per la maggiore.

Sono state raccolte intercettazioni nelle quali si sente chiaramente che il governo è angosciato a causa del tuo ritorno cosa ne pensi?
Mah, sai, il governo fa bene a preoccuparsi. I segnali del declino della sua egemonia sono sotto gli occhi di tutti, e c’è un vero e proprio governo-ombra giovane che conquista posizioni su posizioni. Chiedimi se ho un sogno [glielo chiediamo, n.d.r.]. Grazie per avermelo chiesto. Sì, ce l’ho. Sogno un futuro molto vicino in cui le leggi dello Stato saranno tutte rivolte al benessere dei giovani, in barba alle convenzioni retrive matusa. Ho presentato personalmente la proposta di un vitalizio per tutti i giovani che superino un semplice test attitudinale che certifichi l’esuberanza della loro gioventù. Domande del tipo: “Se lasci le tue scarpe da ginnastica in un locale chiuso insieme a dei pappataci, i pappataci asfissiano?”; “Tra mangiare la minestra e saltare dalla finestra scegli la seconda opzione?”; “I giornalini di donne nude ti piacciono?”. Se un giovane risponde di sì ad almeno due domande su tre ha diritto ad una paghetta settimanale di 50.000 euro. Già mi immagino l’obiezione: “sì, ma dove prendiamo questi soldi?”. Risposta: dalle pensioni. I matusa hanno già campato fin troppo sulla pelle dei giovani, è ora di cambiare.

Ultimamente sei stato avvistato molto spesso, anche in luoghi diversi contemporaneamente, che succede?! Hai il dono dell’ubiquità o hai assunto delle controfigure?
Mah, sai, entrambe le cose. L’ubiquità è un dono di natura ma anche questione di allenamento; e vero che o ce l’hai o non ce l’hai, ma è altrettanto vero che come facoltà va educata, plasmata. Ho parlato con diversi colleghi ubiqui, da Dio [non quello della religione di chi legge ma un altro, n.d.r.] a certi politici che riescono ad essere presenti a più talk-show contemporaneamente, e abbiamo confrontato i nostri metodi. Certo è una materia delicata e non posso scendere troppo nel dettaglio, ma ti posso dire che mentre ti parlo – qui, seduto di fronte a te – sono anche a pescare nel Vermont. Quanto alle controfigure, sì, ho un paio di sosia con i quali ci scambiamo favori; io sostituisco loro e loro mi ricambiano quando c’è una necessità. Il più affidabile? Richard [Gere, n.d.r.].

E' vero che vai dicendo in giro che chiunque può essere un SG?
Mah, sai, non è precisamente così. Dico che spesso – a dispetto del detto popolare – l’abito fa il monaco, e che essere vestito da SG ti aiuta ad essere SG dentro. L’ideale sarebbe avere anche un costume interno da SG, con il pancreas, la coratella e tutto quanto. In mancanza di ciò, credo che il costume che voi vendete per corrispondenza [si riferisce a quello proposto QUI, n.d.r.] faccia il suo porco effetto. Sono molto soddisfatto di questa opportunità; alta moda, tessuti di pregio e prezzi convenienti, e tutto contemporaneamente. Non avrei accettato di cucire tutto a mano io personalmente se non fossi stato convinto dell’iniziativa.

Quali armi consigli ai giovani d’oggi per sconfiggere il governo e i matusa?
Mah, sai, direi sempre le stesse – le più tradizionali, intendo – e, in aggiunta, quelle più moderne che la tecnologia moderna ci mette a disposizione. Quindi da una parte elastici, fionde, rutti, riso nella penna bic, scurenge, parolacce giovani (ad esempio ebete, boccalone, ottuso, pirla e altre); dall’altra batterie antiaeree caricate a gavettoni di smegma, infrasuoni che fanno venire la sciolta, MMS che veicolano immagini del proprio posteriore, eccetera. Anche Internet e il www possono risultare efficaci. Pensate all’effetto dirompente di un mp3 inviato in posta elettronica: uno lo apre ignaro di tutto e viene travolto dall’audio di una pernacchia. È letale.

Riusciranno i giovani a vincere, questa volta?
Mah, sai, “vincere” è un termine riduttivo. Il giovane trionfa per definizione, è nella sua natura. Il successo sta nel suo patrimonio genetico. Gli scienziati hanno decifrato il coso, come si chiama, il DNA a forma di elica, adesso non mi viene il nome, insomma quello lì dei giovani, e hanno scoperto che sulla superficie interna c’era scritto con la bomboletta, a caratteri cubitali (insomma, cubitali quanto la ridotta superficie del coso può permettere), “Governo bastardo” e “Basta sculaccioni, vogliam la libertà; firmato i Giovani”. Questo la dice lunga. Al contrario, il coso a forma di elica del governo e dei matusa è tutto stropicciato, tutto stracciato, unto, sa di risvolto di giacca vecchia del nonno, quell’odore stantio tipico del perdente e del desueto. Per questo ho scelto di chiamare la mia nuova fragranza per giovane “Mangoni Spuma Jeune eau de parfum”; per poter emanare sempre effluvi piacevoli, in tutte le circostanze, per tutto il giorno, anche quando un deodorante tradizionale ti ha già piantato in asso. Come me, senti? [si avvicina con il pretesto di farmi annusare, poi mi scocca un tenero bacio sulla gota, n.d.r.].

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