Grazie da una bambina demenziale

Martina D.

Ho troppi ricordi legati a voi, quindi sceglierò la tenerezza. Avevo 10 anni. Ero una bambina demenziale oppressa dall'universo. Amavo fare il giullare e la musica e guardavo Sanremo perché quello passava il convento. Vi ho visto apparire sul palco dell'Ariston ed è stato come vedere la Madonna. Al visagista delle dive truccatissimo ho iniziato a ridere come in gita scolastica e praticamente non ho più smesso. Ho passato il mese successivo a dire a mia madre "ti devo una pinza, ce l'ho nella panza". Grazie a voi ho avuto la fortuna di andare alle feste delle medie psicologicamente preparata e consapevole che si, facevano schifo. Poi ho iniziato a suonare, e da lì ho iniziato ad apprezzare la vostra genialità nel trasformare la musica in metadiscorso musicale. Perché cazzo si voi non fate solo musica, ma Musicologia. E poi le risate, con gli amici, i concerti, i corti (ancora non riesco a dire "mazzo di chiavi" in modo normale). Troppa roba. Cari Elii, se foste stati una band anglofona stareste nei libri di storia di musica. Ma forse è meglio avervi avuti tutti per noi. Ah, poi nel 2000 è nata un'altra bambina demenziale, mia sorella. "MI CANTI SHPALMAN CHE SPALMA LA MERDA IN FACCIA?". So' soddisfazioni. Come la vostra inequivocabile vittoria sanremese. Vi amo e mi mancherete tanto. Ma almeno, al vostro ultimo concerto romano, sono riuscita a dire a Mangoni che lo amo. Con lui ci vediamo a Campovolo, con voialtri ci si vede nel Cristo.

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