DAL SIMPATICO COMPLESSINO ALLA BAND CARUCCIA

ENRICO GASTALDELLI

Il passaggio degli Elii a Sanremo 96 è uno spartiacque: il complessino che gira sulle cassettine di papà ha (ribadiamolo) stravinto il festival, e per noi 15enni con pochi peli è una rivelazione. Con 4 amici una settimana dopo - sabato 2 marzo 1996 - mettiamo su una band. La prima. Con uno solo che sa suonare. Con un paio che pure coi cori faticano. Fa lo stesso. La scintilla è scoccata anche nel nostro lembo di terra dei cachi. Si va. Senza rete. Cover demenziali, crossover inauditi (La donzelletta vien dalla campagna cantata su Voglio andare a vivere in campagna di Cutugno), tripli carpiati per mascherare una manifesta ineguatezza. Ma siamo carichi a mille, e le portatrici sane di triangolino che ci esalta mostrano un minimo di interesse. (Ok, spesso si rivela essere misera pietà). Cresceremo. Calando. Mutando.Da 5 resteremo in tre. Poi due. Ma ne arriveranno altri, assieme a nuovi strumenti, corsi di musica e letture e ascolti che ci aprono i pori. E i portafogli. E poi cambi di nome. E ottimi incontri. Uno dei più importanti, quello con Alex Trecarichi - già collaboratore del simpatico complessino -, dal quale è scaturito un singolo di discreto successo. Dopo 22 anni, la fiamma accesa in quella folle settimana di Festival è ancora accesa come le pelate argentee dei Rockets. Grazie Elii, di tutto ciò che è stato e che ancora sarà.

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