Mangoni come il monolite di Kubrick

20 luglio 2004

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Era ora che la critica si accorgesse della grandezza di Mangoni rimediando a un peccato d'omissione che dura ormai da troppo tempo.

A infrangere il tabù è stato Jacopo Bulgarini d'Elci, critico del Giornale di Vicenza, che recensendo il concerto di sabato 17 a Caldogno scrive:

... perle regalate da uno spettacolo capace di folgorazioni: ogni singola apparizione del leggendario Mangoni. Ex-compagno di classe di Elio, il Mangoni ha abbandonato ormai vestigia umane per ascendere l'empireo del mito: ballerino meravigliosamente, oscenamente ciclotimico, sublime panzone, fasciato in veli o tutine aderenti, Supergiovane, deus ex machina, body artist, scatena l'entusiamo popolare e, al contempo, cattura il plauso critico. Mangoni è come il monolite nero di 2001 Odissea nello spazio secondo Enrico Ghezzi: puro significante senza significato. In altre parole, una goduria pazzesca.

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